La questione Arabo - Israeliana

 

 
 

 

La questione arabo-israeliana

 

raccontata ai giovani

 

 

 

Quando con il Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920, le potenze occidentali Francia e Inghilterra si spartirono i resti dell'Impero Ottomano, il leggendario Lawrence d'Arabia amareggiato e deluso si ritirò a vita privata. Thomas Edward Lawrence, ufficiale dei servizi segreti di Sua Maestà britannica, aveva conosciuto a fondo gli arabi, li aveva guidati nella rivolta contro gli ottomani ed era divenuto arabo fra gli arabi. Lawrence d'Arabia conosceva tutte le promesse che gli inglesi avevano fatto a favore di uno stato arabo e aveva visto le forze arabe combattere e conquistare le terre ottomane, per questo non poteva tollerare che i territori divenissero mandato britannico e che gli arabi rimanessero a mani vuote. Non poteva saperlo, ma in quel fatidico 10 agosto si ponevano le basi di quella che oggi conosciamo come questione arabo-israeliana.

Dal 1920 la Palestina venne amministrata dagli inglesi. La tattica inglese, cosiddetta del doppio binario, si rivelò un drammatico errore. Gli accordi separati che gli inglesi vollero realizzare con gli arabi e con gli ebrei, allo scopo di trovare una strategia per la spartizione del territorio, ebbero come esito scontri e tensioni fra le due comunità. La promessa fatta ai movimenti sionisti ebraici di poter costituire un "focolare nazionale" nel territorio della Palestina, insieme alla forte immigrazione di coloni ebrei nell'area, provocarono tensioni fra le due popolazioni e sfociarono in scontri violenti fra ebrei, arabi e forze britanniche. Gli scontri si susseguirono sempre più frequenti e intensi, anche per via della crescente aggressività reciproca. Gradualmente la situazione divenne ingestibile, così nel 1947, l'Inghilterra ormai impotente, rimise il mandato all'ONU.

Nel maggio del 1948 la decisone dell'ONU di creare uno stato ebraico in Palestina, scatenò la reazione araba .

Dal 1948 al 1973 si susseguirono ben quattro guerre fra i paesi arabi e lo stato ebraico, guerre  che ebbero come conseguenza un graduale allargamento dello stato ebraico e un crescente prevalere degli estremisti da una parte e dall'altra, con il desiderio reciproco di annientamento.

Purtroppo la situazione di guerra quasi permanente e gli atti di terrorismo verso i civili, hanno procurato contrasti talmente profondi che arabi e israeliani si trovano ora in una situazione di odio e diffidenza reciproca tale, da rendere quasi impossibile una soluzione concordata.

I rapporti sono così tanto degenerati da creare eventi inauditi. Yitzhak Rabin, primo ministro di Israele, fu assassinato il 4 novembre 1995 durante una manifestazione a favore della pace. Si potrebbe pensare ad un terrorista arabo, ma non fu così. Rabin fu ucciso da un israeliano, un giovane estremista che lo odiava perché aveva cercato la pace con gli arabi e aveva firmato con Yāser Arafāt gli accordi di Oslo.

Una pistola ha cancellato una pace ormai vicina.

 

Abdessalam Najjar*, uno dei maggiori esperti della questione arabo-israeliana, ha una visione chiara del conflitto.

"La discussione principale è su chi delle due parti in guerra sia più cattiva e abbia quindi più torto, questo accade perché tutti vorrebbero essere la vittima, infatti le vittime non hanno responsabilità, anzi suscitano tanta simpatia. Nelle favole le vittime sono sempre più simpatiche. Però le vittime non possono cambiare il loro destino, sono gli altri a decidere per loro. Il grande sforzo di comprensione che arabi e israeliani devono compiere è convincersi che è necessario passare dal vittimismo alla responsabilità. Se rimango vittima, certo suscito tanta simpatia, ma continuerò a rimanere una vittima, se invece passo dalla parte della responsabilità, allora potrò cambiare il mio destino e costruire il futuro."


 

* Abdessalam Najjar è nato nel 1952 a Nazareth ed è stato professore di letteratura e cultura araba e israeliana nella Scuola Superiore di Gerusalemme. Fondatore del sistema scolastico di Neve Shalom – Wahat al Salam, ha ricoperto la carica di Segretario Generale di Neve Shalom – Wahat al Salam fino al 2012, anno della sua morte.